Home made still life photography

Qualche settimana fa ho letto un post interessante sul blog Alessio T – Living is easy with one eye closed, riguardante le immagini di Renato Marcialis e in generale i progetti fotografici “casalinghi”. Dato che in questo periodo particolarmente affollato di impegni non riesco ad andare in giro per portare avanti alcuni progetti iniziati da un anno a questa parte, ho provato a fare degli esperimenti in casa. Se è vero che sono un appassionato di fotografia di paesaggio documentaria e di strada, è altrettanto vero che sono incuriosito dallo still life.

In questa occasione ho voluto scattare una serie di foto ad alcuni oggetti, prediligendo la luce artificiale per avere una sfumatura cromatica più tenue. Con l’indispensabile apporto del cavalletto e dell’autoscatto (ho usato infatti tempi di esposizione relativamente alti), ho realizzato delle fotografie che allo stesso tempo valorizzassero i soggetti e li isolassero dal contesto in cui si trovavano.

 

Nevicata improvvisa

Della serie: ogni scusa è buona per fotografare! Da un po’ di tempo ho meno opportunità di andare in giro a scattare foto, tuttavia non demordo e quando posso, utilizzo casa mia come punto d’osservazione.

La fitta nevicata di due giorni fa mi ha offerto lo spunto per osservare la gente per strada, colta da una piccola bufera e costretta ad affrettare (si fa per dire) il passo. L’occasione è stata interessante anche per testare il piccolo sensore da 6 megapixel della mia vecchia Nikon D50, acquistata usata a Dicembre scorso grazie a un fortunato colpo di…. intuito!

In alcuni post ho già mostrato gli scatti eseguiti con questa reflex in diverse condizioni di luce: mattina presto, mezzogiorno, tramonto. Stavolta ho voluto provare la D50 sempre di mattina, ma con una luminosità scarsa causata dalla nevicata.

Il ritorno alla pellicola – Seconda parte

Tempo fa pubblicai un post contenente alcune foto scattate con la pellicola Ilford FP4, per provare una vecchia Olympus Superzoom 70 acquistata da un rigattiere di Trani. Oltre alla fotografia di paesaggio urbano, con vedute sia ampie sia minimali, provai a scattare qualche foto all’interno di una noto megastore.

In quella circostanza mi sono divertito a catturare la curiosità delle persone che si aggiravano tra gli scaffali, oppure che leggevano stando comodamente sedute.

Coincidenze fortuite

WordPress mi permette di scoprire aneddoti curiosi su argomenti che mi interessano e a volte diventa il teatro di coincidenze fortuite. Qualche mese fa andai a vedere il Buck Festival a Foggia, dopodiché approfittai del tempo a disposizione per passeggiare lungo le strade del centro storico.

Qui mi sono imbattuto nelle opere di street art che ho fotografato con lo smartphone, ma soltanto ieri ne ho scoperto l’autore. Da quanto ho potuto leggere sull’interessantissimo post relativo a Firenze pubblicato sul blog looking for europe, le opere sono attribuibili a Blub, un artista che ha riprodotto in modo originale alcuni ritratti celebri della Storia dell’Arte.

Fotografia di architettura

Dalla scorsa estate mi sono appassionato a un altro genere di fotografia, quella di architettura minimalista. La mia fonte di ispirazione principale è stata la lettura di un libro intitolato “Fotografia creativa”, scritto dal fotografo Franco Fontana, edito da Mondadori.

In questo libro ho trovato parecchi spunti per le foto di architettura minimalista: individuare il soggetto, restringere al massimo il campo visivo entro pochi particolari (contrasto di colori o luci e ombre, forme geometriche) e in postproduzione ritagliare l’immagine in modo da stravolgere il contesto generale.

Ammetto che per mancanza di soldi da investire, ho dapprima dovuto accontentarmi del 50 mm, per poi operare il ritaglio (guarda caso lo stesso inconveniente capitato a Fontana e descritto nel libro). Da circa un mese ho risolto per fortuna il problema, acquistando a un prezzo irrisorio una vecchia Nikon usata, abbinata a un teleobbiettivo 55-200 mm. Queste tre foto scattate a Bari sono l’ultimo risultato, in ordine di tempo, di questa mia nuova ricerca fotografica.

Il ritorno alla pellicola

Un paio di mesi fa ho comprato da un rigattiere di Trani una macchina fotografica vintage compatta automatica a pellicola: la Olympus Superzoom 70. Si è trattato di un vero affare visto che l’ho pagata appena cinque euro ed è perfettamente funzionante.

Per inaugurarla ho provato un rullino Ilford FP4, bianco e nero, scattando foto a caso in giro per la città. Queste tre fotografie sono state scattate all’ingresso di Ikea, un luogo insolito ma che mi ha ispirato.

Ovviamente dato che la macchina fotografica in questione è completamente automatica, non è stato possibile regolare manualmente l’esposizione, l’apertura del diaframma e le ISO, cosicché mi sono dovuto concentrare unicamente sui soggetti e sulla composizione.

 

Esperimenti di luce e ombre

Tra le cose che ho imparato da quando ho deciso di approcciarmi in modo più rigoroso alla fotografia, c’è senza dubbio la volontà di mettermi in discussione e sperimentare. Non sempre è possibile andare in giro alla ricerca di soggetti interessanti, oppure a scattare fotografie per un progetto preciso.

Chi ama davvero la fotografia, non si perde d’animo e coglie l’attimo decisivo anche nei momenti e nei luoghi apparentemente più banali. Ho scattato questa foto sul balcone di casa mia, nel primo pomeriggio quando il sole calante regala un gioco di luci e ombre tale da creare una texture interessante.

shadows.and.light.texture

 

Entrata in scena

Ebbi da poco terminato di scattare le foto pubblicate nel post precedente, ma subito dopo essere salito in auto, rimasi qualche secondo incantato ad ammirare dallo specchietto retrovisore le persone che passeggiavano sul marciapiede del lungomare di Mola.

Notai dunque queste persone che apparivano da sinistra e scomparivano a destra dandomi l’illusione di una vera e propria entrata in scena. Che fossero da sole, in coppia o in gruppo, queste persone hanno interpretato se stesse con una certa espressività.

L’ultima foto della serie ritrae una signora che mi saluta con un cenno della mano, dato che si era accorta di me.

Mani dietro la schiena

A Novembre di due anni fa capitai a Mola di Bari perché volevo scattare qualche foto passeggiando tra il lungomare e il molo, quando ecco spuntare un soggetto interessante. Avete presente il classico vecchietto che passeggia con le mani incrociate dietro la schiena?

Per poter scattare indisturbato queste foto, mi dovetti fermare qualche metro più indietro, quanto è bastato per non essere notato e rischiare di rovinare la naturalezza della scena.